Il tema della cannabis in Italia è sicuramente uno dei più dibattuti nello scenario contemporaneo.
Oggi il dibattito non è molto più chiaro, ancora ci sono molte incomprensioni e molti punti da chiarire; soprattutto bisogna farli chiarire a coloro che vi si schierano contro a priori, senza nemmeno affannarsi nel trovare delle argomentazioni favorevoli.
La legislazione della cannabis riflette questo clima generale un po’ acerbo, infatti oggi le leggi sono molto vaghe, spesso di dubbia interpretazione, e le proposte di legge in merito rimangono negli archivi aspettando di essere sollevate in parlamento.

Tuttavia, a discapito di questa normativa seppur lacunosa, ed è importante analizzare come si è arrivati ad essa e cosa ha spinto al cambiamento.

Analizziamo quindi le tre principali fasi:

  • La legislazione negli anni ’80/90
  • La legislazione negli anni 2000
  • La legislazione oggi
  • Le proposte di depenalizzazione della cannabis in Italia.

cannabis legislazione

 

1980-1990

Una prima importante legge in materia di sostanze stupefacenti è la 685/1975, «Disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza».
Le sostanze stupefacenti veniva raggruppate all’interno di 6 tabelle, costantemente in aggiornamento, supervisionate da organi nazionali e regionali che si impegnavano attivamente contro lo spaccio e il traffico illecito.
Questa legge, pur vietando la detenzione di sostanze stupefacenti, prevedeva una causa di “non punibilità” se la sostanza era destinata al proprio uso personale e se si trattava di una “ quantità modica”, introducendo quindi per la prima volta una distinzione tra spacciatore e consumatore. Oltre al controllo e alla supervisione furono introdotti una serie di interventi di prevenzione sociale e di assistenza socio-sanitaria.

Un secondo passo venne fatto dal decreto del presidente della Repubblica, meglio noto come DPR. 390/1990; (Iervolino-Vassalli). Il decreto inizialmente proponeva una distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, che si riflette nel diverso grado di pena prevista. Secondo l’articolo 73 infatti, lo spaccio di droghe pesanti è punito da 8 a 20 anni; quello di droghe leggere invece da 2 a 6. L’articolo ha anche una serie di commi, il cui più importante è il quinto, che prevede  “il fatto di lieve entità”: da 1 a 6 anni per le droghe pesanti e da 6 mesi a 2 anni per quelle leggere.

Nel 1993 venne attuato un referendum, che chiedeva ai cittadini se volessero abolire la normativa contro l’uso personale e la detenzione di una minima quantità di sostanze stupefacenti. Grazie a questo referendum, anche la detenzione di quantitativi importanti di stupefacenti, che non fosse accompagnata da gesti univoci di cessione a terzi, era penalmente irrilevante.

Gli anni 2000

Nel 2006 viene emanata la legge Legge n. 49 (Fini-Giovanardi), che modifica gli questo articoli della Iervolino-Vassalli, introducendo un’importantissima novità: la distinzione tra sostanze leggere e pesanti viene eliminata, e i due tipi di droga vengono equiparati. Lo spaccio è punito da 6 a 20 anni.

Poco tempo dopo la Fini-Giovanarsi è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, e pertanto abolita. Per un po’ di tempo è tornata in vigore la Iervolino-Vassalli, prima che venisse modificata dalla legge Lorenzin.

 

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Legislazione oggi

Oggi quindi, la distinzione tra i due tipi di droghe rimane.
La legge Lorenzin ha modificato il testo degli anni ’90, introducendo alcune modifiche all’uso e al consumo personale, e in particolare il concetto di “uso terapeutico”.

Uso ricreativo e uso terapeutico

Con uso terapeutico si intendono tutte quelle modalità di utilizzo della cannabis, che hanno come fine esclusivamente il miglioramento dello stato di salute di individui gravemente affetti da malattie che, senza la cannabis, sarebbero ingestibili.
Il caso può essere quello di malattie incurabili, o di malattie il cui costo di guarigione mediante alcuni farmaci è molto alto a causa dei numerosi effetti negativi. Ad esempio, stati depressivi o di disturbi psicologici.
L’uso medico della cannabis è legale in moltissime parti del mondo, tra cui anche l’Italia.

Con uso ricreativo della cannabis invece si intendono tutti gli altri utilizzi che prescindono la cura del proprio stato di salute.
E’ proprio questo tipo di uso della cannabis che oggi è il più controverso e dibattuto, al centro di numerose proposte di riforma di legge.

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L’uso della cannabis ricreativa in Italia

Le droghe leggere, tra cui appunto la cannabis in Italia, sono disciplinate in modo meno draconico e rigoroso.
Per quanto riguarda la coltivazione, il massimo numero di piantine sono 5, coltivate esclusivamente in casa e per proprio uso personale.
La differenza tra il “consumo personale” che non è punibile e perseguibile per legge, e il reato di “spaccio” è stato fissato da una certa quantità di cannabis detenibile, che ne rappresenta il confine tra legale e illegale.
Per la cannabis in Italia, questo confine è di mezzo grammo.

Tra le principali novità introdotte dal decreto Lorenzin:

  1. Sanzioni più basse per quello che viene definito lo “spaccio di lieve entità” (reclusione da 6 mesi a 4 anni e multa da mille a 15mila euro);
  2. Inserimento tra le droghe leggere di tutte le tipologie di cannabis, senza distinzione;
  3. Inserimento di tutte le droghe sintetiche riconducibili per struttura chimica o effetti tossicologici al tetraidrocannabinolo (THC) nella tabella I sulle droghe pesanti;
  4. Possibilità per il giudice di applicare (al posto di detenzione e multa) la pena del lavoro di pubblica utilità nel caso di piccolo spaccio o altri reati minori commessi da un tossicodipendente.

Canapa shop

Dal momento in cui la cannabis light in Italia è stata definita legale, ha fatto un vero e proprio boom. E’ diventata un impressionante fenomeno di mercato, che ha portato all’apertura di shop di canapa in ogni parte d’Italia, e non sono in loco ma soprattutto online.
All’interno di questi canapa shop spesso sono venduti anche altri prodotti come semi o prodotti derivati e di merchandising.
Uno dei più noti in Italia è Greenlady, che distribuisce prodotti in ogni parte d’Italia, in maniera assolutamente legale e sicura.

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Proposte depenalizzazione cannabis Italia

Le proposte per la depenalizzazione della cannabis in Italia sono state numerose, ma nessuna è mai andata in porto a causa dell’eccessiva generalizzazione o poca chiarezza sul tema.

Riguardo alle Camere infatti al momento è presente una proposta di legge sulla cannabis legale che è stata sottoscritta da più di 200 deputati (218 per la precisione). La particolarità di questa proposta è che coinvolge più partiti politici, appartenenti anche a schieramenti diversi.
In linea teorica questa proposta sulla cannabis legale sarebbe dovuta essere discussa in Parlamento verso la fine di luglio 2017. Però il partito di centro Area Popolare ha presentato circa 1700 emendamenti (proposte di modifica al testo della legge), il cui vero scopo è quello di impedire la continuazione del procedimento di approvazione della legge.
A causa di questi emendamenti il testo della legge sulla cannabis legale è stato rimandato alla Commissione e riproposto in autunno.
Secondo un sondaggio però più del 70% degli italiani è favorevole alla cannabis legale, seguendo lo stesso percorso che già alcuni Stati degli USA hanno messo in atto.

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La proposta di legge in dettaglio

La proposta di legge si occupa di numerosissimi aspetti del mondo della cannabis e della legalità, cercando di colmare il vuoto legislativo e di apportare regole più chiare e comprensibili.

Innanzitutto, i maggiorenni avranno la possibilità di detenere una quantità di cannabis legale ad uso ricreativo: 15 grammi in casa e 5 grammi all’esterno; i minorenni invece avranno divieto assoluto.

Secondariamente, la vendita non sarà libera, bensì sono previsti dei monopoli, da cui però saranno escluse la coltivazione per scopo personale, la coltivazione legata alla produzione di farmaci e la coltivazione della canapa per utilizzarne le fibre a scopi industriali.
Al contrario le discipline sottoposte a monopolio possiedono le seguenti normative: tracciabilità; divieto di importazione ed esportazione; autorizzazione per la vendita al dettaglio solo per la cannabis legale in shop dedicati; vigilanza del ministero sui prodotti messi in commercio.
Questa proposta permette per la cannabis legale la coltivazione anche per fini terapeutici; saranno anche più semplici le prescrizioni di farmaci a base di marijuana.

Pertanto,  grazie a questa autorizzazione potrà essere venduta cannabis legale in shop dedicati con l’opportuna licenza, ma resta comunque il divieto assoluto di fumo nei luoghi pubblici ed il divieto di guida se sotto l’effetto di cannabis legale con thc con conseguente stato di alterazione.
L’importazione e l’esportazione della marijuana come detto prima, a differenza della cannabis che ha coltivazione legale, saranno proibite.
In più il 5% dei proventi incassati dallo Stato grazie alle autorizzazioni ed alla cannabis legale in vendita saranno garantiti per sostenere iniziative di debellamento della droga.
Attività di sensibilizzazione non solo riguardanti la cannabis legale e il thc, da assumere comunque con attenzione, ma anche tutte le altre tipologie di droga.

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Stato attuale della proposta di legge

Il 28 settembre il provvedimento è tornato alla Camera dei Deputati, con una differenza: pur essendoci tutta la parte sulla marijuana terapeutica, la parte riguardante la cannabis legale è stata completamente eliminata.

Il nuovo testo si basa su 10 punti:

  1. Equità all’accesso e alla ricerca
  2. Definizione dell’uso della cannabis terapeutica
  3. Modalità con cui viene prescritta
  4. Monitoraggio dati ottenuti
  5. Quote produttive per ogni regione
  6. Lo stabilimento militare di Firenze manterrà un ruolo centrale
  7. Sul sito del ministero della salute verranno pubblicati report semestrali
  8. Verranno stanziati fondi Aifa per la ricerca
  9. Verranno apportate modifiche al decreto del 1990
  10. Verrà disciplinato il trattamento fiscale.

La Camera dei Deputati ha approvato questo ddl sull’uso terapeutico della cannabis con 317 voti favorevoli, 40 contrari e 13 astenuti. Ora il provvedimento passa al Senato.

Dal nuovo testo arrivato alla Camera sono stati completamente esclusi la produzione della cannabis legale (fino a 6 anni di reclusione per chi cerca di coltivare della cannabis in casa propria) e vendita conseguentemente sempre riguardo la cannabis legale gli shop non avranno vita facile.
Secondo molti questo non farà che aumentare le dimensioni di un mercato illegale che secondo alcune stime supera i 7 miliardi di euro all’anno in Italia. Dato che d’ora in poi a causa della non presenza della cannabis legale la vendita sarà in mano agli spacciatori.

La legge sulla legalizzazione va quindi in fumo, dopo oltre due anni di attesa prima che la riforma approdasse a Montecitorio.
Non è comunque detta l’ultima parola; sensibilizzando sempre di più l’opinione pubblica sulla cannabis legale con thc o senza prima o poi il vento girerà. Intanto si può trovare la cannabis legale negli shop che stanno spuntando come funghi in tutta Italia e che vendono prodotti per la coltivazione, semi da collezione, oli e tessuti; segno che qualcosa sta già cambiando.


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