Qual è la differenza fra cannabis e canapa? Quale quella fra la canapa e la marijuana? E quali sono le loro caratteristiche? Cambia, ad esempio, la quantità di THC presente? Con così tanti nomi e così tanta disinformazione a riguardo, orientarsi è spesso qualcosa di complicato. Ma in realtà ci vuole un secondo a rendere tutto molto più chiaro: si tratta infatti di una questione puramente terminologica. Diversi termini indicano diverse parti e diversi utilizzi della stessa cosa, tutto qui.
La pianta della cannabis è infatti così ricca di potenzialità che spesso smette di essere considerata come un singolo prodotto ma la sua identità si “spezza” in tre nomi diversi: quelli della canapa, quelli della cannabis e quelli della marijuana. In quest’articolo andremo a vedere in dettaglio cosa significa ognuno di questi termini. Ecco a quali domande risponderemo:
- Che differenza c’è fra cannabis e canapa?
- Che differenza fra canapa e marijuana?
- La quantità/contenuto di THC cambiano? E perchè?
La differenza fra la cannabis e la canapa
Si potrebbe iniziare dicendo che la differenza principale fra “cannabis” e “canapa” è verbale. “Cannabis” è infatti il nome scientifico della pianta della canapa, che prende il suo nome da una italianizzazione del termine latino. La cannabis si presenta in molte forme, caratteristiche e generi diversi . Le principali varietà della pianta sono Cannabis Indica, Cannabis Sativa e Cannabis Ruderalis. Ma la pianta può essere usata per tantissimi scopi diversi, per fini ricreativi o medici, ad esempio; oppure sotto forma di canapa, come fibra vegetale, che è anche il suo utilizzo più antico e basilare; se ne può estrarre un prezioso olio e via dicendo.
“Cannabis” è dunque un termine ufficiale che designa la pianta nella sua totalità, come organismo vegetale. È il termine che i botanici oi medici userebbero, in opposizione a quello che userebbero i non specialisti. La “canapa” invece è sia il nome volgare (cioè comune, non scientifico) della pianta sia il nome della fibra vegetale che se ne ricava per realizzare un numero disparato di diversi oggetti. La parola cannabis ha origine dal greco κάνναβις (kannabis), il nome latino è lo stesso. È essenziale ricordare che questa pianta non era originariamente usata a scopi ricreativi. Questo fu un tipo di utilizzo che si diffuse soltanto più tardi.
Le differenze fra canapa e marijuana
Se il termine “canapa/cannabis” si riferisce alla pianta, prendendone in considerazione le caratteristiche materiali e anche quelle farmacologiche; il termine “marijuana” ha una storia e diverse caratteristiche, se vogliamo dire così. Nonostante ciò, la differenza tra canapa e marijuana è molto più profonda e i loro nomi tradizionali non sono necessariamente indicativi della struttura genetica di queste piante. Attraverso la mappatura dei tratti e la genotipizzazione, i ricercatori hanno scoperto che le differenze e le caratteristiche sia di cannabis che di marijuana si estendono ben oltre i geni coinvolti nella produzione di THC.
Sfortunatamente, la marijuana è diventata il termine “popolare” per la pianta di cannabis e tutte le sue parti psicoattive, arrivando a sostituire il concetto originario di canapa, che molti pensano addirittura essere una pianta del tutto differente. Quando ci si riferisce alla marijuana o a uno qualsiasi dei suoi altri nomi o derivati comuni si sta parlando infatti delle foglie e delle infiorescenze della pianta che contengono molti cannabinoidi, che hanno effetti sia mentali che fisici sul corpo umano quando ingerito. La marijuana con questi effetti è prodotta su piante di cannabis con più dello 0,3% di tetraidrocannabinolo (THC), che è la principale parte psicoattiva della pianta. Alcuni ceppi possono arrivare fino al 20 percento. Le concentrazioni di THC dipendono in gran parte da come viene ingerita. La media per la marijuana è 1-5 percento, 5-10 percento per hashish e 20 percento per olio di hashish.
Il termine marijuana riferito alla pianta di cannabis/canapa nelle sue caratteristiche psicoattive ha un’origine misteriosa su cui si sono svolti studi anche linguistico-antropologici. Tutti sono d’accordo nel collocarne la nascita alla fine dell’Ottocento, periodo in cui aveva cominciato a diffondersi in Europa sotto forma di hasish. L’origine esatta della parola affonderebbe le sue origini nella parola azteca “mallihuan” siginifica “prigioniero”. Questa teoria è stata smentita dal linguista Jason D. Haugen, ma negli anni ‘30 divenne popolare grazie alla crociata contro la marijuana intrapresa da Harry J. Aslinger. Una crociata molto efficace se pensiamo che il termine non ha perduto parte della sua connotazione negativa ancora adesso. C’è anche chi ha proposto una possibile origine dalla lingua cinese o una deformazione dalla parola spagnola per “maggiorana”. Si attribuisce infatti agli immigrati messicani negli USA il primo utilizzo della marijuana da fumare: fino ad allora, infatti, l’hasish era ingerito, non fumato.
Quantità e contenuto di THC: quali sono i cambiamenti?
Ultimo argomento da toccare parlando delle differenze fra cannabis, canapa e marijuana è sicuramente quello della differenza nella concentrazione del THC. Questo è un argomento importante perché chi utilizza la cannabis a soli scopi ricreativi spesso ignora di avere di fronte soltanto il fiore di una pianta che, in natura, può anche raggiungere dimensioni considerevoli. In questo senso il termine “marijuana”, anche se poco scientifico, ha un significato molto preciso in quanto indica tutte quelle parti della pianta che, a differenza dalla cannabis/canapa nel suo intero, possiedono effetti psicoattivi.
L’uso ricreativo della pianta di cannabis per produrre questo tipo di effetti ha messo in ombra la miriade di caratteristiche che possiede la cannabis/canapa, e questo è esattamente come e perché il “fenomeno cannabis” continua a ricevere una reputazione così negativa nei media. La canapa come fibra vegetale e risorsa naturale viene da piante di cannabis con meno dello 0,3 percento di THC. Le industrie petrolchimiche e tessili si resero conto che avevano molto da perdere monetariamente se la canapa fosse entrata in una produzione diffusa, e così l’élite corporativa creò una cortina di fumo letterale per demolire l’opinione pubblica nel mettere al bando questa pianta includendola in la legge sul narcotraffico nel 1932, ma senza valutare bene le principali differenze e caratteristiche che distinguono la marijuana e la cannabis/canapa.
Grazie alla sua non comune resistenza, la fibra di canapa industriale è utilizzabile per molti usi, tra cui spugne artificiali, tela da imballaggio, cavi, tela, biancheria e abbigliamento, carta, corda, spago, filo e filo. Inoltre, le sue radici e semi producono olio che può essere utilizzato per scopi medicinali, detenere valore nutritivo per il consumo umano e può essere utilizzato nella produzione di pitture, vernici e saponi. La cannabis industriale è proprio quella che possiede valori di THC inferiori o pari allo 0,3%. L’unica vera differenza è dunque nella quantità di THC che si trova nelle infiorescenze. Ovviamente se comprate la vostra cannabis ricreativa nel vostro negozio di fiducia non dovrete temere di avere la versione industriale.
Ma è bene informarsi. La pianta di cannabis può offrire così tanto al mondo nelle sue varie forme. Se le leggi e l’industria lo consentono, presto potremmo trovarlo in una forma o nell’altra nella nostra vita quotidiana, dalla carta su cui scriviamo e dagli abiti che indossiamo a come ci curiamo da malattie.